mercoledì 4 marzo 2009
L'UFFICIO POSTALE DI VIA VAIANO APRIRA' ANCHE DI POMERIGGIO
Incontro ieri 3 marzo tra rappresentanti del Nuovo Comitato di Quartiere Magliana ed il Direttore Settoriale Roma Ovest di Poste Italiane, Dottor La Bruna.
Tema dell'incontro è stata la proposta, già da tempo avanzata dai cittadini del quartiere, per l'apertura di un nuovo Ufficio Postale a Magliana. Una popolazione di circa 35.000 residenti non può continuare a servirsi del solo Ufficio di Via Vaiano. I disagi sono tanti, alle volte le file per usufruire dei servizi postali arrivano fino alla strada. I tempi di attesa sono alti ed il tempo in questi tempi è prezioso. Alternative a questa situazione non esistono. Gli altri Uffici Postali o sono distanti o difficilmente raggiungibili.
Al Dirigente di Poste Italiane è stato anche sottolineato come questo territorio sia interessante per la sua Azienda sotto l'aspetto economico. In zona negli ultimi anni sono stati aperti ben sette sportelli bancari, molti sono gli esercizi di grande distribuzione presenti, in futuro il territorio vedrà anche il realizzarsi di trte alberghi, un centro congressi e un grande Centro Commerciale.
Le risposte del Direttore Dottor La Bruna sono state quelle che già si conoscevano. Per questo 2009 l'Azienda Poste non ha previsto nessun investimento per coprire le spese di quanto proposto dai cittadini di Magliana. La trattativa in tal senso non è però interrotta. Si cercherà un locale, probabilmente nella zona di via Nathan, si prevederà per esso un apposito progetto ed il tutto sarà avviato, accompagnato da una richiesta ufficiale dei cittadini tramite questo Comitato di Quartiere, ad un livello superiore dell'Azienda postale.
Il Dott La Bruna, rendendosi perfettamente conto dei disagi che Magliana affronta ogni giorno nell'uso della "Posta", ha anche dichiarato che, per ovviare a tale situazione, gli Uffici di Roma 102 saranno aperti con tutti i servizi anche nel pomeriggio. L'inizio di tale potenziamento è stato assicurato entro il mese di settembre di questo anno.
E' questa una buona notizia!
Il Comitato di Quartiere, oltre a farsi carico di tutti gli atti riguardanti la proposta per un nuovo Ufficio PT a Magliana, controllerà per i cittadini anche questa ultima dichiarazione.
Incontro ieri 3 marzo tra rappresentanti del Nuovo Comitato di Quartiere Magliana ed il Direttore Settoriale Roma Ovest di Poste Italiane, Dottor La Bruna.
Tema dell'incontro è stata la proposta, già da tempo avanzata dai cittadini del quartiere, per l'apertura di un nuovo Ufficio Postale a Magliana. Una popolazione di circa 35.000 residenti non può continuare a servirsi del solo Ufficio di Via Vaiano. I disagi sono tanti, alle volte le file per usufruire dei servizi postali arrivano fino alla strada. I tempi di attesa sono alti ed il tempo in questi tempi è prezioso. Alternative a questa situazione non esistono. Gli altri Uffici Postali o sono distanti o difficilmente raggiungibili.
Al Dirigente di Poste Italiane è stato anche sottolineato come questo territorio sia interessante per la sua Azienda sotto l'aspetto economico. In zona negli ultimi anni sono stati aperti ben sette sportelli bancari, molti sono gli esercizi di grande distribuzione presenti, in futuro il territorio vedrà anche il realizzarsi di trte alberghi, un centro congressi e un grande Centro Commerciale.
Le risposte del Direttore Dottor La Bruna sono state quelle che già si conoscevano. Per questo 2009 l'Azienda Poste non ha previsto nessun investimento per coprire le spese di quanto proposto dai cittadini di Magliana. La trattativa in tal senso non è però interrotta. Si cercherà un locale, probabilmente nella zona di via Nathan, si prevederà per esso un apposito progetto ed il tutto sarà avviato, accompagnato da una richiesta ufficiale dei cittadini tramite questo Comitato di Quartiere, ad un livello superiore dell'Azienda postale.
Il Dott La Bruna, rendendosi perfettamente conto dei disagi che Magliana affronta ogni giorno nell'uso della "Posta", ha anche dichiarato che, per ovviare a tale situazione, gli Uffici di Roma 102 saranno aperti con tutti i servizi anche nel pomeriggio. L'inizio di tale potenziamento è stato assicurato entro il mese di settembre di questo anno.
E' questa una buona notizia!
Il Comitato di Quartiere, oltre a farsi carico di tutti gli atti riguardanti la proposta per un nuovo Ufficio PT a Magliana, controllerà per i cittadini anche questa ultima dichiarazione.
venerdì 21 marzo 2008
Risanamento urbanistico o continuità con il passato?
Abbiamo già visto come tutte le criticità del
vivere sociale alla Magliana siano riconducibili a precise cause
"storiche", a quelli che possiamo tranquillamente definire "vizi
d'origine".
Abbiamo
anche visto come le amministrazioni comunali che si sono succedute
negli anni siano riuscite in qualche modo a dotare il quartiere dei
servizi primari, di un certo arredo urbano e a sanarne l'aspetto
igienico: nulla però è stato fatto per risolvere quei "vizi d'origine",
o, perlomeno, di renderne sopportabile l'impatto. Un vero e proprio
piano urbanistico, indirizzato al cambiamento degli errori commessi
negli anni '70 anche con l'acclarata complicità della istituzione
capitolina, non è stato mai presentato.
L'unico
tentativo di proposta in tal senso, anche se rozza nelle forme e
provocatoria nei contenuti, rimane quella fatta nel 1994 all'allora
sindaco Rutelli dal Nuovo Comitato di Quartiere della Magliana.
L'occasione
per modificare l' attuale assetto del territorio Magliana poteva essere
offerta dal Programma di Recupero Urbano (L. 493/93), più comunemento
noto come "Art. 11", che con altri 10 quartieri "popolari"riguardava
anche il nostro territorio.
Poichè
nei molti anni di gestazione del suddetto Piano la partecipazione dei
cittadini alle scelte che riguardavano il loro territorio non soltanto
non è stata prevista, ma addirittura sconsigliata, il Nuovo Comitato di
Quartiere della Magliana, insieme a tutti gli abitanti che rappresenta,
non è mai stato ascoltato e mai ha potuto far conoscere proposte e
contropoposte sull'argomento.
La
popolazione di un territorio che è stata capace di fermare la
speculazione edilizia e di salvare dall'edificazione le ultime aree
rimaste libere nel quartiere (proprio quelle stesse aree su cui vertono
gli interventi del Piano), attraverso lo studio dei meccanismi, delle
connivenze e degli interessi che tale speculazione ha generato, non è
ritenuta capace di dare giudizi e di avanzare problemi su problemi
urbanistici!
Fin dal primo momento questo Comitato fu colpito dal pesante impatto tra i progetti previsti dagli art. 11 ed il quartiere.
Altri 364.000 metri cubi di costruzioni in un territorio così densamente edificato non son sembrati a nessuno una buona idea.
Altre centinaia di abitanti in un territorio così densamente abitato non son sembrate a nessuno una buona idea.
Anche
l'aspetto più caratteristico del Piano, quello di chiedere ai
proprietari delle aree servizi o verde attrezzato per la comunità in
cambio dell'autorizzazione alla edificazione dei loro progetti non è
sembrata a nessuno una buona idea. Servizi, spazi attrezzati ed aree a
verde dovevano essere date alla Magliana sin dal momento della sua
progettazione. Se ciò non fu fatto in passato, quelle aree a ciò
successivamente dovevano servire.
Soprattutto
quello che negativamente pesò sui primi giudizi dati dal Comitato di
Quartiere fu il progetto privato n. 19 degli Art 11. Una struttura di
oltre 164.000 metri cubi di costruzioni tra via della Magliana Nuova e
la ferrovia, a partire da poco sopra l'incrocio con via Miglioli per
arrivare fino a via Newton, con un centro commerciale, un albergo di 70
metri di altezza con annesso centro congressi ed altro. Una struttura
che , per essere perfettamente situata nella zona di cerniera tra i
costituendi Parco PianDue torri, Parco del Tevere e Parco Valle dei
Casali, fu vista come molto ingombrante da un punto ambientale e
paesaggistico. Altrettanto negativo ci sembrò l'impatto di una
megastruttura commerciale ad alta frequentazione con il territorio sotto
l'aspetto della mobilità e i meccanismi della vita sociale.
L'unico
punto di un certo interesse presente negli Art. 11 era quello
riguardante l'inserimento nel Piano del progetto per Parco Pian Due
Torri. A buon vedere, però, anche questo progetto non presenta novità.
L'idea del parco era presente in altri precedenti programmi, il
finanziamento di 9,5 milioni di euro per la sua realizzazione è
ereditato dalla Regione Lazio, nulla arriva come compensazione dai
progetti previsti dal Piano per Magliana.
Tale
mancanza di novità in tale specifico progetto fu visto successivamente
come chiave di lettura dell'intero Programma. Nella relazione che
illustra gli obiettivi degli Art. 11 per il nostro quartiere si può
leggere:
"I
problemi di degrado dell'ambito urbano "Magliana" sono ben noti e
derivano principalmente dalle controverse vicende urbanistiche che hanno
reso l'area edificabile, con alta densità abitativa (750 ab/ha) e al di
sotto della sommità dell'argine (...) In particolare la carenza
assoluta di parcheggi ha determinato un permanente sovraffollamento di
automobili nelle sedi stradali, con difficoltà di manovra anche per
eventuali mezzi di soccorso e nessuno spazio per i pedoni. Assolutamente
carente è anche la dotazione di verde pubblico (...) L'ambito urbano
"Magliana", infine, risente di una forma ulteriore di emarginazione -
prettamente fisica - rispetto alle contigue parti della città, costretto
com'è tra la ferrovia ed il Tevere, senza collegamenti viari adeguati.
Tale carenza di accessibilità ne ha pregiudicato lo sviluppo economico
ed il rinnovamento edilizio".
Quei "vizi d'origine"e le conseguenze che ne conseguono sono quindi ben noti ai tecnici estensori del Programma.
In una altra parte della relazione si può successivamente leggere:
"Inoltre
alcune parti del tessuto edificato risultano oggi formate da manufatti a
destinazione artigianale e produttivo, in alcuni casi trasformati ad
uso commerciale. Si tratta per la grande parte di edifici cresciuti
senza un piano urbanistico di attuazione e l'immagine che ne deriva
risulta estremamente caotica contribuendo al degrado complessivo del
quartiere. Ci si riferisce principalmente al nucleo compreso attorno a
via Greve, al nucleo attorno a vicolo Pian Due Torri, al nucleo compreso
tra via della Magliana Nuova e via della Magliana, nel tratto fra via
Miglioli e via di Villa Bonelli. (...) Demolire il più possibile i
manufatti non residenziali esistenti di pessima qualità e realizzare al
loro posto aree verdi (Pian Due Torri) o edifici di grande qualità
architettonica, capaci di attribuire ricoscibilità al quartiere senza
snaturarne la storia e l'identità.
E'
questo secondo noi il punto chiave di tutto il Programma. Individuate
correttamente le cause che hanno generato i problemi del quartiere e
sottolineato, anche questo in maniera molto corretta, le conseguenti
criticità da essi derivanti, non si va alla ricerca della soluzione di
tali problemi. Si va, invece, ad elencare le aree ancora libere, quelle
aree urbanisticamente ancora non definite perchè strappate alla
speculazione dalle lotte dei cittadini della Magliana negli anni '70,
mai acquisite dal governo della città nel corso dei successivi vent'anni
per dotare il territorio di ciò che spettava loro per legge, rimaste in
mano ai legittimi proprietari in attesa di tempi migliori.
Ed
è su queste aree che il Programma si concentra: l'edificazione è
consentita in cambio di un qualche cosa da dare. Questo qualcosa ,che
sembrerebbe poter essere dato ai cittadini, è usato in maniera
surrettizia. E' il falso scopo per ottenere lo stesso risultato: il
completo sfruttamento delle aree.
Il
Programma di Recupero Urbano alla Magliana è, quindi, errato o, a voler
essere generosi, insufficiente. Non va a cambiare, nè in maniera
radicale, nè in modo parziale, nulla nel rapporto
tra
territorio e vita dei cittadini, che è l'aspetto principale di tale
disciplina. Anzi tale rapporto viene reso ancora pù pesante.
Non
vogliamo affermare che si siano saldati di nuovo, in condizioni
temporali diverse e con modalità certamente più eleganti, gli interessi
privati e le esigenze degli amministratori comunali. Nè tantomeno
vogliamo dire che ci si trova di fronte ad una seconda fase ad una
seconda fase della stessa operazione speculativa, anche se tutta la
vicenda potrebbe farlo pensare. Sicuramente le eterne carenze
finanziarie delle casse capitoline, un certo pressappochismo
nell'affrontare temi così delicati ed il mancato confronto con le
organizzazioni che sul territorio vivono e che del loro territorio tutto
sanno, non hanno permesso ai tecnici che hanno redatto il Piano ed alle
Istituzioni che l'hanno approvato uno scatto di coraggio per osare di
più.
Pubblicato da
Giuseppe Innocenzi
a
03:16
mercoledì 19 marzo 2008
Una faticosa normalità
A partire da quegli anni molte cose sono cambiate.
Sotto la spinta della notorietà che il caso Magliana aveva acquistato
presso l'opinione pubblica e, soprattutto, per la volontà degli
abitanti, che non si fermò al solo aspetto economico, le condizioni
della zona, anche se non rapidamente, cominciarono a cambiare.
Fu
approntato un sistema di fogne collegandolo a tutti gli edifici. Il
fosso di scarico fu interrato e di conseguenza le condizioni igieniche
migliorarono. Il Comune di Roma spese circa 20 miliardi di vecchie lire
per costruire strade e insfrastrutture primarie. Il quartiere fu dotato
di alcuni spazi pubblici, di altre scuole, dei servizi necessari.
Negli
ultimi anni, ed in corrispondenza delle due ultime consiliature
municipali, i sevizi necessari sono stati potenziati, l'arredo urbano è
notevolmente migliorato, tentativi per decongestionare il traffico
interno ed esterno al quartiere sono stati fatti con risultati
lusinghieri; tutto questo ha reso le condizioni di vita dei suoi
abitanti al pari di quelle dei cittadini delle zone limitrofe. La
Magliana non è più il mostruoso "ghetto" degli anni '7o.
Alcuni aspetti del quartiere, però, difficilmente potranno essere modificati:
1. la configurazione geografica del territorio;
2. il totale sfruttamento dell'area ad uso abitativo;
3. il mancato reinterro del piano di campagna alla quota dell'argine del Tevere.
Sono
questi i "vizi d'origine" che Magliana soffre fin dal suo nascere e
che, purtroppo, sono a loro volta la causa di altre spiacevoli
conseguenze. Vediamoli uno ad uno:
1. La
zona della Magliana non era adatta alla edificazione di un quartiere. Un
reinterro di quasi sette metri, che innalzi la quota di campagna fino a
quelle dell'argine su di un area di 43 ettari, è un'operazione
impossibile. Troppo alto l'onere per le finanze pubbliche, poco
redditizio per il progetto speculativo dei costruttori. Da un punto dei
vista tecnico il reinterro, a detta di alcuni esperti, sembrerebbe
addirittura pericoloso per la stabilità della falda acquifera del fiume
con conseguenze non prevedibili. Ma tutti sapevano che il reinterro non
si sarebbe mai fatto.
Il territorio della
Magliana, inoltre, è stretto tra il Tevere e la ferrovia Roma-Torino: ha
soltanto due sbocchi verso l'esterno, uno in direzione nord verso Ponte
Marconi, il secondo in direzione sud verso l'EUR. Verso ovest i
collegamenti con il quartiere Portuense si riducono a due sottopassi che
fanno superare lalinea ferroviaria. L'utilità di questi sue varchi è di
scarsissima rilevanza in quanto trattasi di strutture ottocentesche che
permettono il transito di una sola autovettura per volta. Utilizzati
uno (in via dei Grottoni) con direzione Magliana-Portuense e l'altro
(via di Villa Bonelli) con direzione contraria, non permettono il
transito commerciale di mezzi di una certa altezza, nè tantomeno di
mezzi pubblici.
Tale situazione è causa di altre due pesanti conseguenze:
a. estrema difficoltà della mobilità in entrata ed in uscita nel quartiere
b. la mancanza di poli alternativi d'interesse alla sola via della Magliana.
2.
In un tessuto urbano in cui quasi 33.000 persone vivono e lavorano
avendo a disposizione spazi non abitativi per appena 15 ettari un conto è
presto fatto: se per una improvvisa, quanto improbabile, calamità gli
abitanti di Magliana dovessero contemporaneamente lasciare le loro case e
rifugiarsi in strada, troverebbero a loro disposizione uno spazio di 46
centimetri quadrati per ognuno di loro. E questo spazio non tiene conto
di quello occupato da autovetture parcheggiate, nè dall'arredo urbano.
Abbiamo
voluto inserire questo rapporto tra cittadini e spazio pubblico proprio
per meglio far capire la difficoltà del vivere alla Magliana. Queste
difficoltà sono, a loro volta, causa di altre situazioni critiche:
a. assoluta mancanza di parcheggi per le autovetture;
b. una difficilissima mobilità interna al quartiere;
c. una conseguente precarietà dei servizi primari e di soccorso.
3.
L'argine del Tevere, oltre ad essere la causa di un illecito aumento
delle volumetrie edificate ed un aumento degli abitanti, è un'ostacolo
vero e proprio sul tutto il lato ovest del quartiere. Tutte le vie che
vanno verso quella direzione sono in pratica strade chiuse. Di
conseguenza via della Magliana calamita ogni interesse ed ogni sviluppo:
gli esercizi commerciali, le banche e la nascente zona di locali
d'intrattenimento sono solo su quella direttrice. Le zone interne,
specialmente quelle racchiuse lungo la linea viale Vicopisano, via Lari,
via Pian Due Torri e l'argine del fiume, conoscono da tempo un
progressivo, quanto inarrestabile impoverimento commerciale e sociale.
Questo ultimo aspetto è successiva causa di altre criticità:
a. degrado sociale di una parte del quartiere;
b. mancato sfruttamento delle risorse offerte dal fiume Tevere.
Appare
chiaro, quindi, come alla Magliana non servano semplici e settoriali
modifiche, ma un vero e proprio intervento urbanistico complessivo.
giovedì 28 febbraio 2008
MANCATA COMUNICAZIONE ?
Copia della lettera che il Nuovo Comitato di Quartiere ha spedito al Sindaco di Roma, ai Dipartimenti IX, XII e XIX e per conoscenza al Presidente del XV Municipio.
Copia della lettera che il Nuovo Comitato di Quartiere ha spedito al Sindaco di Roma, ai Dipartimenti IX, XII e XIX e per conoscenza al Presidente del XV Municipio.
Il
Nuovo Comitato di Quartiere Magliana segnala e denuncia, ai
responsabili in indirizzo quanto sta accadendo nel territorio della
Magliana ed è causato, a voler essere generosi, da mancate comunicazioni
tra gli uffici da loro diretti.
Questi i fatti: la zona Pian Due Torri, un’area di circa 12 ettari sulla seconda golena del Tevere, è destinata, dal Piano Regolatore Generale, a Parco Urbano. Finanziamenti regionali per 9,5 milioni di euro sono entrati nel Programma di Recupero Urbano (Art. 11), per la realizzazione di tale opera. Sono finanziamenti destinati prevalentemente all’esproprio ed alla bonifica di un’area con una forte presenza di piccole industrie e laboratori artigianali.
E’ di questi ultimi tempi la notizia che un Ufficio del Comune di Roma ha concesso e sta ancora concedendo ai proprietari degli immobili siti nell’area in questione sanatorie, mentre un altro Ufficio ha dato l’incarico all’ACEA perché provveda a dotare tale area di un impianto fognario e di un impianto di risalita delle acque verso il quartiere.
Pensiamo che tali atti siano il frutto della macchinosa burocrazia degli Uffici comunali e crediamo, allora, doveroso avvertire tutti gli interessati contemporaneamente. Tali contrastanti decisioni saranno infatti causa delle seguenti conseguenze:
a) spreco di risorse finanziarie a danno dei contribuenti;
b) aumento dei costi per la realizzazione del Parco Pubblico Pian due Torri;
c) aggravamento delle condizioni già precarie del sistema fognario del quartiere.
Molti sono gli interrogativi che in merito ai punti precedenti, i cittadini di Magliana si pongono e che meglio si chiariscano:
1) l’area Pian due Torri è destinata dal Piano Regolatore Generale (PRG) a verde pubblico. La presenza di un impianto fognario, destinato agli operatori industriali e commerciali attualmente presenti, sarà certamente utile anche agli eventuali impianti sportivi futuri. Non sfuggirà però a nessuno il sovradimensionamento delle opere attuali (circa 45 operatori tra grandi e piccoli) rispetto a quelle future (5 o 6 situazioni oggettivamente prevedibili). Un collegamento tra chi progetta l’attuale sistema fognario e chi progetta il futuro parco non sarebbe certamente utile per arrivare ad una soluzione di compromesso tra le due esigenze, con un notevole risparmio per la finanza pubblica?
2) Continuare a concedere sanatorie a situazioni irregolari da parte del Comune di Roma in una zona che lo stesso Comune ha da sempre destinato a Parco, non è visto come ulteriore spreco di risorse finanziarie? L’aumento del valore degli immobili sanati e urbanizzati, conseguente a decisioni del Comune di Roma, non ricadrà sui finanziamenti destinati dal Comune al Parco Pian Torri, non incrementerà i valori d’esproprio rendendo più difficoltosa la realizzazione del Parco?
3) Il sistema fognario previsto per Parco Pian Due Torri non scarica direttamente nel Tevere ma porta le acque oltre l’argine con un impianto di risalita per immetterle nel collettore centrale del quartiere. Da qui, insieme a tutti gli altri scarichi, portate ad un altro impianto di risalita, distante da Pian Due Torri circa 1000 metri, dove in senso inverso risalgono di nuovo l’argine per essere portate nella golena e scaricate nel Tevere. Ai cittadini di Magliana non sono state date le necessarie informazioni per poter giudicare tale macchinoso percorso delle fogne in questione, ma di una cosa sono certi e fortemente preoccupati. In caso di precipitazioni atmosferiche intense e di una durata di circa 100 minuti, l’impianto di risalita che, come sopra detto, innalza le acque dal livello del quartiere a quello dell’argine (di 6,5 metri più alto) non ha la portata sufficiente allo smaltimento totale degli scarichi. Di conseguenza, la parte più bassa del quartiere (Via Greve, Via Foiano della Chiana e Piazza Certaldo) si allaga, gli androni dei palazzi non sono più agibili, gli esercizi commerciali lamentano danni notevoli. Due di questi “incidenti” si sono verificati negli ultimi tre anni e di ciò è stata data, dallo scrivente Comitato, puntuale informazione con richieste di soluzioni al Comune di Roma. Non è mai giunta risposta a tale richiesta.
Altre acque, altri rifiuti immessi nel sistema fognario del quartiere non porterebbero ad un aggravamento delle condizioni sopra descritte? Perché un Ufficio del Comune di Roma, cui è stata segnalata una tale criticità, non è messo a conoscenza di un progetto che porterebbe la situazione a livelli ancora più pericolosi?
Il Nuovo Comitato di Quartiere Magliana pensa sia necessario che a questi interrogativi vadano date delle risposte chiare, immediate e coordinate. Ci si rende conto che l’attuale momento di vuoto politico possa rendere di difficile realizzazione un confronto su tali problematiche tra i cittadini del quartiere ed i responsabili del Comune di Roma.
Ci si rende anche conto, però, che in regime di ordinaria amministrazione ed in assenza di un controllo del potere politico possono essere prese decisioni con scelte tese ad aggravare la situazione del futuro Parco Pian Due Torri.Un incontro tra i cittadini ed i responsabili degli Uffici in indirizzo è visto come assolutamente necessario per una contemporanea informazione di quanto sta accadendo, per soluzioni comuni e condivise perché, un accordo su tali temi possa essere di garanzia per il futuro, anche di fronte ad Amministrazione ed Amministratori diversi.
Restiamo quindi in attesa di Vostre comunicazioni per convocazioni o incontri che, malgrado la situazione politica, vanno attuate entro una ventina di giorni. In mancanza di tali comunicazioni, i cittadini della Magliana, attraverso il loro Comitato, si troverebbero costretti ad organizzare una conferenza stampa e delle manifestazioni di protesta anche in periodo elettorale.
Auspicando che ogni decisione in merito al Parco Pian Due Torri, nel frattempo, deve essere partecipata al quartiere, porgiamo distinti saluti.
Per il Nuovo Comitato di Quartiere Magliana
La Coordinatrice
Anna Del Pinto
Questi i fatti: la zona Pian Due Torri, un’area di circa 12 ettari sulla seconda golena del Tevere, è destinata, dal Piano Regolatore Generale, a Parco Urbano. Finanziamenti regionali per 9,5 milioni di euro sono entrati nel Programma di Recupero Urbano (Art. 11), per la realizzazione di tale opera. Sono finanziamenti destinati prevalentemente all’esproprio ed alla bonifica di un’area con una forte presenza di piccole industrie e laboratori artigianali.
E’ di questi ultimi tempi la notizia che un Ufficio del Comune di Roma ha concesso e sta ancora concedendo ai proprietari degli immobili siti nell’area in questione sanatorie, mentre un altro Ufficio ha dato l’incarico all’ACEA perché provveda a dotare tale area di un impianto fognario e di un impianto di risalita delle acque verso il quartiere.
Pensiamo che tali atti siano il frutto della macchinosa burocrazia degli Uffici comunali e crediamo, allora, doveroso avvertire tutti gli interessati contemporaneamente. Tali contrastanti decisioni saranno infatti causa delle seguenti conseguenze:
a) spreco di risorse finanziarie a danno dei contribuenti;
b) aumento dei costi per la realizzazione del Parco Pubblico Pian due Torri;
c) aggravamento delle condizioni già precarie del sistema fognario del quartiere.
Molti sono gli interrogativi che in merito ai punti precedenti, i cittadini di Magliana si pongono e che meglio si chiariscano:
1) l’area Pian due Torri è destinata dal Piano Regolatore Generale (PRG) a verde pubblico. La presenza di un impianto fognario, destinato agli operatori industriali e commerciali attualmente presenti, sarà certamente utile anche agli eventuali impianti sportivi futuri. Non sfuggirà però a nessuno il sovradimensionamento delle opere attuali (circa 45 operatori tra grandi e piccoli) rispetto a quelle future (5 o 6 situazioni oggettivamente prevedibili). Un collegamento tra chi progetta l’attuale sistema fognario e chi progetta il futuro parco non sarebbe certamente utile per arrivare ad una soluzione di compromesso tra le due esigenze, con un notevole risparmio per la finanza pubblica?
2) Continuare a concedere sanatorie a situazioni irregolari da parte del Comune di Roma in una zona che lo stesso Comune ha da sempre destinato a Parco, non è visto come ulteriore spreco di risorse finanziarie? L’aumento del valore degli immobili sanati e urbanizzati, conseguente a decisioni del Comune di Roma, non ricadrà sui finanziamenti destinati dal Comune al Parco Pian Torri, non incrementerà i valori d’esproprio rendendo più difficoltosa la realizzazione del Parco?
3) Il sistema fognario previsto per Parco Pian Due Torri non scarica direttamente nel Tevere ma porta le acque oltre l’argine con un impianto di risalita per immetterle nel collettore centrale del quartiere. Da qui, insieme a tutti gli altri scarichi, portate ad un altro impianto di risalita, distante da Pian Due Torri circa 1000 metri, dove in senso inverso risalgono di nuovo l’argine per essere portate nella golena e scaricate nel Tevere. Ai cittadini di Magliana non sono state date le necessarie informazioni per poter giudicare tale macchinoso percorso delle fogne in questione, ma di una cosa sono certi e fortemente preoccupati. In caso di precipitazioni atmosferiche intense e di una durata di circa 100 minuti, l’impianto di risalita che, come sopra detto, innalza le acque dal livello del quartiere a quello dell’argine (di 6,5 metri più alto) non ha la portata sufficiente allo smaltimento totale degli scarichi. Di conseguenza, la parte più bassa del quartiere (Via Greve, Via Foiano della Chiana e Piazza Certaldo) si allaga, gli androni dei palazzi non sono più agibili, gli esercizi commerciali lamentano danni notevoli. Due di questi “incidenti” si sono verificati negli ultimi tre anni e di ciò è stata data, dallo scrivente Comitato, puntuale informazione con richieste di soluzioni al Comune di Roma. Non è mai giunta risposta a tale richiesta.
Altre acque, altri rifiuti immessi nel sistema fognario del quartiere non porterebbero ad un aggravamento delle condizioni sopra descritte? Perché un Ufficio del Comune di Roma, cui è stata segnalata una tale criticità, non è messo a conoscenza di un progetto che porterebbe la situazione a livelli ancora più pericolosi?
Il Nuovo Comitato di Quartiere Magliana pensa sia necessario che a questi interrogativi vadano date delle risposte chiare, immediate e coordinate. Ci si rende conto che l’attuale momento di vuoto politico possa rendere di difficile realizzazione un confronto su tali problematiche tra i cittadini del quartiere ed i responsabili del Comune di Roma.
Ci si rende anche conto, però, che in regime di ordinaria amministrazione ed in assenza di un controllo del potere politico possono essere prese decisioni con scelte tese ad aggravare la situazione del futuro Parco Pian Due Torri.Un incontro tra i cittadini ed i responsabili degli Uffici in indirizzo è visto come assolutamente necessario per una contemporanea informazione di quanto sta accadendo, per soluzioni comuni e condivise perché, un accordo su tali temi possa essere di garanzia per il futuro, anche di fronte ad Amministrazione ed Amministratori diversi.
Restiamo quindi in attesa di Vostre comunicazioni per convocazioni o incontri che, malgrado la situazione politica, vanno attuate entro una ventina di giorni. In mancanza di tali comunicazioni, i cittadini della Magliana, attraverso il loro Comitato, si troverebbero costretti ad organizzare una conferenza stampa e delle manifestazioni di protesta anche in periodo elettorale.
Auspicando che ogni decisione in merito al Parco Pian Due Torri, nel frattempo, deve essere partecipata al quartiere, porgiamo distinti saluti.
Per il Nuovo Comitato di Quartiere Magliana
La Coordinatrice
Anna Del Pinto
lunedì 26 novembre 2007
MANIFESTAZIONE PER UN PARCO ALLA MAGLIANA
Ieri 25 novembre, voluta dal solo Municipio XV, si è svolta sull'argine
del Tevere alla Magliana una manifestazione- evento per la consegna al
quartiere di un'area golenale sul Tevere da adibire in breve tempo a
Parco.
Si tratta di un'area di circa 8 ettari, da via dell'Impruneta fino al ponte della Magliana, destinata a verde estensivo e controllata da oggi da un servizio a cavallo della Polizia di Stato.
Alla manifestazione, avversata da cattive condizioni atmosferiche e malgrado ciò con una discreta affluenza di cittadini del quartiere, sono intervenuti l'Assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri, l'Assessore al Tecnologico della Regione Mancini, il Presidente del XV Municipio Gianni Paris con tutti gli Assessori della sua Giunta.
Da parte degli Assessori della Regione è stata data la notizia che uno stanziamento di 500 mila euro sarà concesso per la sistemazione e l'organizzazione dell'area. Da parte del Presidente del Municipio è stata data assicurazione che il progetto di tale organizzazione sarà portato avanti con la partecipazione degli abitanti del quartiere.
Un'altra manifestazione per l'area di Riva Pian Due Torri, cui parteciperà anche il Comune di Roma, è stata indetta per il giorno 9 ( se non piove, come ha affermato, con una arguta rima, una anziana cittadina di Magliana).
Si tratta di un'area di circa 8 ettari, da via dell'Impruneta fino al ponte della Magliana, destinata a verde estensivo e controllata da oggi da un servizio a cavallo della Polizia di Stato.
Alla manifestazione, avversata da cattive condizioni atmosferiche e malgrado ciò con una discreta affluenza di cittadini del quartiere, sono intervenuti l'Assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri, l'Assessore al Tecnologico della Regione Mancini, il Presidente del XV Municipio Gianni Paris con tutti gli Assessori della sua Giunta.
Da parte degli Assessori della Regione è stata data la notizia che uno stanziamento di 500 mila euro sarà concesso per la sistemazione e l'organizzazione dell'area. Da parte del Presidente del Municipio è stata data assicurazione che il progetto di tale organizzazione sarà portato avanti con la partecipazione degli abitanti del quartiere.
Un'altra manifestazione per l'area di Riva Pian Due Torri, cui parteciperà anche il Comune di Roma, è stata indetta per il giorno 9 ( se non piove, come ha affermato, con una arguta rima, una anziana cittadina di Magliana).
giovedì 8 novembre 2007
Un laboratorio della memoria - 2
Ieri abbiamo riportato, quasi per intero, l'intervista a Tullio.
Un gruppo di Sociologhi dell'Università di Roma incontrarono Tullio Chistè, un uomo dalla voce potente, gran giocatore di carte, nel 1978 al circolo degli anziani di via Vaiano. I risultati di tale incontro sono stati raccolti nello studio "I giovani invisibili" che il Centro di Cultura Popolare della Magliana e Gerardo Lutte pubblicaroni tre anni dopo per le "Edizioni Lavoro".
Volendo iniziare a parlare delle vicende della Magliana, pensiamo che un momento tra i tanti raccontato da Tullio sia estremamente significativo. Il momento in cui un territorio, come tanti dell'Agro Romano, si trasforma in quartiere della città. Il momento in cui alle "7-8 famiglie" presenti nella zona se ne aggiungono tante altre ed inizia così un cammino che, attraverso l'appartenenza ad un comune territorio, porta alla costruzione di una identità. E' il momento in cui, insomma, finisce la Storia ed ha inizio la Cronaca. E' anche, però, il momento, come dice Tullio nella sua ingenua saggezza, in cui si distruggono gli alberi e si comincia a tirar su le case.
Sicuramente la maggior parte degli interventi relativi alle vicende della Magliana riguarderà il presente, i problemi dell'oggi, le aspettative per il domani, ma una parte del nostro lavoro dovrà anche essere rivolta al passato, al come eravamo.
La scelta di iniziare a parlare delle vicende della Magliana, ponendo come episodio cardine tra un prima e un dopo questa intervista a Tullio, è emblematica anche sotto l'aspetto metodologico. Non siamo storici. Un lavoro sul passato di questo territorio non può basarsi su docuntazioni, riscontri e relative analisi. Dobbiamo, quidi, percorrere altre strade.
Anche quella di Tullio non è di certo una lezione di storia, ma l'esperienza di un uomo che, raccontando la propria vita, riesce ad individuare molto bene, a volte anche in maniera inconscia, i problemi del suo tempo: l'idividuazione delle classi sociali operanti nella prima metà del secolo scorso, lo sfruttamento delle classi subalterne, la rendita fondiaria, l'urbanizzazione ed altro.
Questo dovrebbe essere allora il metodo con cui affrontare le vicende e le cronache di Magliana: la testimonianza diretta di altre vite, di altre storie, di altri protagonisti che, uniti insieme, volendolo e potendolo, potrebbero farci arrivare a risultati concreti. Il periodo che dal momento raccontato da Tullio si indirizza verso i nostri giorni è denso di avvenimenti, che hanno visto la partecipazione ed il contributo di tante persone, di tante foeze politiche e di tante organizzazioni di base: l' urbanizzazione del quartiere, l'autoriduzione dell'affitto, le lotte per i problemi sociali, la riqualificazione urbana, la conquista di una "normalità".
Di questi episodi cominceremo a parlare. Riferiremo di essi la nostra conoscenza ed il nostro giudizio. Saranno conoscenze e giudizi sicuramente di parte, sicuramente incompleti. Nello stesso momento, però, siamo pronti ad accettare le conoscenze, i pareri, i giudizi di tutti coloro che, sia a livello personale, sia a livello di organizzazioni, hanno dato il loro contributo a tali vicende.
Partendo dall'episopio raccontato da Tullio, scelto come episodio significativo, il nostro viaggio può essere indirizzato anche in direzione opposta: verso episodi che riguardano il nostro territorio nei secoli precedenti, tenendo ben presente che le nostre cognizioni sul passato sono incomplete, quasi solamente scolastiche. Su questo tema , però, il metodo della testimonianza diretta si potrà applicare solo fin dove arriva la memoria dei viventi. Sulle vicende che oltrepassano tale soglia pensiamo di "provocare" l'intervento di studiosi seri, e sappiamo essercene molti, pronti a smentire, a correggere, a censurare quanto da noi affermato.
Questo, infatti, dovrebbere essere lo spirito che informerà questa rubrica: la possibilità offerta a tutti di portare nelle storie di Magliana la loro storia; la possibilità di confutare, di riticare, di aggiungere; la possibilità di un confronto e di un dibattito su quanto i cittadini di questo territorio ricordano di aver fatto; la possibilità di sapere quello che questa zona era prima che noi ne diventassimo abitanti.
Un laboratorio della memoria, insomma.
Un gruppo di Sociologhi dell'Università di Roma incontrarono Tullio Chistè, un uomo dalla voce potente, gran giocatore di carte, nel 1978 al circolo degli anziani di via Vaiano. I risultati di tale incontro sono stati raccolti nello studio "I giovani invisibili" che il Centro di Cultura Popolare della Magliana e Gerardo Lutte pubblicaroni tre anni dopo per le "Edizioni Lavoro".
Volendo iniziare a parlare delle vicende della Magliana, pensiamo che un momento tra i tanti raccontato da Tullio sia estremamente significativo. Il momento in cui un territorio, come tanti dell'Agro Romano, si trasforma in quartiere della città. Il momento in cui alle "7-8 famiglie" presenti nella zona se ne aggiungono tante altre ed inizia così un cammino che, attraverso l'appartenenza ad un comune territorio, porta alla costruzione di una identità. E' il momento in cui, insomma, finisce la Storia ed ha inizio la Cronaca. E' anche, però, il momento, come dice Tullio nella sua ingenua saggezza, in cui si distruggono gli alberi e si comincia a tirar su le case.
Sicuramente la maggior parte degli interventi relativi alle vicende della Magliana riguarderà il presente, i problemi dell'oggi, le aspettative per il domani, ma una parte del nostro lavoro dovrà anche essere rivolta al passato, al come eravamo.
La scelta di iniziare a parlare delle vicende della Magliana, ponendo come episodio cardine tra un prima e un dopo questa intervista a Tullio, è emblematica anche sotto l'aspetto metodologico. Non siamo storici. Un lavoro sul passato di questo territorio non può basarsi su docuntazioni, riscontri e relative analisi. Dobbiamo, quidi, percorrere altre strade.
Anche quella di Tullio non è di certo una lezione di storia, ma l'esperienza di un uomo che, raccontando la propria vita, riesce ad individuare molto bene, a volte anche in maniera inconscia, i problemi del suo tempo: l'idividuazione delle classi sociali operanti nella prima metà del secolo scorso, lo sfruttamento delle classi subalterne, la rendita fondiaria, l'urbanizzazione ed altro.
Questo dovrebbe essere allora il metodo con cui affrontare le vicende e le cronache di Magliana: la testimonianza diretta di altre vite, di altre storie, di altri protagonisti che, uniti insieme, volendolo e potendolo, potrebbero farci arrivare a risultati concreti. Il periodo che dal momento raccontato da Tullio si indirizza verso i nostri giorni è denso di avvenimenti, che hanno visto la partecipazione ed il contributo di tante persone, di tante foeze politiche e di tante organizzazioni di base: l' urbanizzazione del quartiere, l'autoriduzione dell'affitto, le lotte per i problemi sociali, la riqualificazione urbana, la conquista di una "normalità".
Di questi episodi cominceremo a parlare. Riferiremo di essi la nostra conoscenza ed il nostro giudizio. Saranno conoscenze e giudizi sicuramente di parte, sicuramente incompleti. Nello stesso momento, però, siamo pronti ad accettare le conoscenze, i pareri, i giudizi di tutti coloro che, sia a livello personale, sia a livello di organizzazioni, hanno dato il loro contributo a tali vicende.
Partendo dall'episopio raccontato da Tullio, scelto come episodio significativo, il nostro viaggio può essere indirizzato anche in direzione opposta: verso episodi che riguardano il nostro territorio nei secoli precedenti, tenendo ben presente che le nostre cognizioni sul passato sono incomplete, quasi solamente scolastiche. Su questo tema , però, il metodo della testimonianza diretta si potrà applicare solo fin dove arriva la memoria dei viventi. Sulle vicende che oltrepassano tale soglia pensiamo di "provocare" l'intervento di studiosi seri, e sappiamo essercene molti, pronti a smentire, a correggere, a censurare quanto da noi affermato.
Questo, infatti, dovrebbere essere lo spirito che informerà questa rubrica: la possibilità offerta a tutti di portare nelle storie di Magliana la loro storia; la possibilità di confutare, di riticare, di aggiungere; la possibilità di un confronto e di un dibattito su quanto i cittadini di questo territorio ricordano di aver fatto; la possibilità di sapere quello che questa zona era prima che noi ne diventassimo abitanti.
Un laboratorio della memoria, insomma.
mercoledì 7 novembre 2007
Un laboratorio della memoria
"Sono arrivato
alla Magliana il 26 gennaio del 1926, avavo 15 anni, ero orfano ed andai
ad abitare da mio zio, mezzadro di Bonelli. In quel tempo tutta la zona
si chiamava Pian Due Torri. Mi hanno detto che il nome deriva da un
fabbricato con due torri che apparteneva al Cardinale e Principe Orsini.
Era una zona di 100 ettari che un ingegnere di origine piemontese, un
certo Bonelli, acquistò dopo la prima guerra mondiale al prezzo di 20-25
centesimi a metro quadro. Questo l'ho sentito dalla bocca di Bonelli
stesso.
Era una zona infetta di zanzare. Qualche mese dopo mi sono beccato la malaria e sono stato ricoverato al policlinico per ben quattro mesi.
A quell'epoca alla Magliana abitavano 7-8 famiglie, tutti mezzadri di Bonelli, sul colle si coltivavanogli ortaggi, ma nella pianura, dalla ferrovia al fiume, c'era solo prato. Dove ci sono i locali della ex parrocchia, in via Pescaglia, c'era una vaccheria gestita da Bonelli stesso; poi ha sciolto la vaccheria, ha diviso il terreno e l'ha affidato ai mezzadri.
Erano tempi duri, per vangare il terreno si prendevano solo otto lire al giorno; i mezzadri naturalmente dovevano dare la metà del raccolto a Bonelli. Per quanto lavorassero avevano sempre debiti verso il padrone. Oltre la metà del raccolto, dovevamo pagare l'acqua e la forza motrice per le quattro pompe della zona. L'ingegnere aveva fatto installare presso il Tevere, ad altezza di via Pian due Torri, una pompa che estraeva l'acqua dal fiume, un metro cubo al secondo... Poi oltre all'acqua e alla forza motrice, Bonelli ci faceva anche pagare il concime che faceva prendere dal mattatoio e sul quale, naturalmente, si prendeva un buon beneficio. Non avevamo orari: lavoravamo dieci, dodici ore, di giorno e di notte... per via dell'acqua. Di giorno l'acqua andava nei vasconi, mentre di notte serviva ad irrigare i prati. Quindi dovevamo lavorare, a turno, anche di notte. Malgrado tutto questo lavoro non riuscivamo a cancellare i nostri debiti verso l'Ingegnere. Abbiamo tentato di tutto per guadagnare di più: all'inizio coltivavamo i carciofi: dove ci troviamo ora era pieno di carciofi! Poi nel 1935 abbiamo piantato un frutteto; in questa zona di via Vaiano, vicino al fiume, zona che si chiamava "recupero", c'erano viti da vino: si raccoglivano ogni anno cento botti di dieci quintali di vino...
Si raccoglieva anche uva da tavola, ad esempio dove oggi c'è il supermercato. Dalla parte di via Pian Due Torri e sul monte invece c'erano prugne e pesche. Da via della Magliana alla ferrovia si coltivavano gli ortaggi...
Poi è venuto il fascismo, la vita si è fatta ancora più dura, si stava male. Per qualche soldo in più abbiamo iniziato l'allevamento dei maiali: trecento, quattrocento maiali per famiglia. Ogni mezzadro, per nutrirli, andava a prendere i resti del mangiare da una caserma vicina, pastasciutta, eccetera...
Ci sono state tre alluvioni alla Magliana; la prima nel 1929, la seconda nel 1932 o 33, non mi ricordo esattamente, ma mi ricordo bene che durante la seconda alluvione un mezzadro, di nome Mezzalira, per salvare i suoi maialetti se li portò al secondo piano, nella sua camera da letto. Come dei figli, insomma! Quando c'era un'alluvione le bestie per metterle al sicuro, le facevamo salire sopra il monte. Via della Magliana, che era due metri più bassa di adesso, era un fiume sul quale ci si andava in barca. Ci sono andato, io. Poi nel 1937 c'era stata un'altra grossa alluvione. Ma, mentre la volta precedente, quando la nostra zona è stata invasa dalle acque, su Roma c'era il sole, quest'ultima volta anche la città venne colpita. San Pietro era pieno d'acqua che arrivava a un metro sopra l'occhialone di ponte Sisto. Il muro di cinta del mulino Biondi, che si trovava presso il ponte di ferro a piazza della Radio, e via Marconi dove all'epoca c'erano solo campi, erano allagati. Vicino a piazza della Radio c'era un negozio di tabacchi, ma il negoziante non ha fatto in tempo a salvare nulla: io ho visto francobolli che galleggiavano sull'acqua...
Era una zona infetta di zanzare. Qualche mese dopo mi sono beccato la malaria e sono stato ricoverato al policlinico per ben quattro mesi.
A quell'epoca alla Magliana abitavano 7-8 famiglie, tutti mezzadri di Bonelli, sul colle si coltivavanogli ortaggi, ma nella pianura, dalla ferrovia al fiume, c'era solo prato. Dove ci sono i locali della ex parrocchia, in via Pescaglia, c'era una vaccheria gestita da Bonelli stesso; poi ha sciolto la vaccheria, ha diviso il terreno e l'ha affidato ai mezzadri.
Erano tempi duri, per vangare il terreno si prendevano solo otto lire al giorno; i mezzadri naturalmente dovevano dare la metà del raccolto a Bonelli. Per quanto lavorassero avevano sempre debiti verso il padrone. Oltre la metà del raccolto, dovevamo pagare l'acqua e la forza motrice per le quattro pompe della zona. L'ingegnere aveva fatto installare presso il Tevere, ad altezza di via Pian due Torri, una pompa che estraeva l'acqua dal fiume, un metro cubo al secondo... Poi oltre all'acqua e alla forza motrice, Bonelli ci faceva anche pagare il concime che faceva prendere dal mattatoio e sul quale, naturalmente, si prendeva un buon beneficio. Non avevamo orari: lavoravamo dieci, dodici ore, di giorno e di notte... per via dell'acqua. Di giorno l'acqua andava nei vasconi, mentre di notte serviva ad irrigare i prati. Quindi dovevamo lavorare, a turno, anche di notte. Malgrado tutto questo lavoro non riuscivamo a cancellare i nostri debiti verso l'Ingegnere. Abbiamo tentato di tutto per guadagnare di più: all'inizio coltivavamo i carciofi: dove ci troviamo ora era pieno di carciofi! Poi nel 1935 abbiamo piantato un frutteto; in questa zona di via Vaiano, vicino al fiume, zona che si chiamava "recupero", c'erano viti da vino: si raccoglivano ogni anno cento botti di dieci quintali di vino...
Si raccoglieva anche uva da tavola, ad esempio dove oggi c'è il supermercato. Dalla parte di via Pian Due Torri e sul monte invece c'erano prugne e pesche. Da via della Magliana alla ferrovia si coltivavano gli ortaggi...
Poi è venuto il fascismo, la vita si è fatta ancora più dura, si stava male. Per qualche soldo in più abbiamo iniziato l'allevamento dei maiali: trecento, quattrocento maiali per famiglia. Ogni mezzadro, per nutrirli, andava a prendere i resti del mangiare da una caserma vicina, pastasciutta, eccetera...
Ci sono state tre alluvioni alla Magliana; la prima nel 1929, la seconda nel 1932 o 33, non mi ricordo esattamente, ma mi ricordo bene che durante la seconda alluvione un mezzadro, di nome Mezzalira, per salvare i suoi maialetti se li portò al secondo piano, nella sua camera da letto. Come dei figli, insomma! Quando c'era un'alluvione le bestie per metterle al sicuro, le facevamo salire sopra il monte. Via della Magliana, che era due metri più bassa di adesso, era un fiume sul quale ci si andava in barca. Ci sono andato, io. Poi nel 1937 c'era stata un'altra grossa alluvione. Ma, mentre la volta precedente, quando la nostra zona è stata invasa dalle acque, su Roma c'era il sole, quest'ultima volta anche la città venne colpita. San Pietro era pieno d'acqua che arrivava a un metro sopra l'occhialone di ponte Sisto. Il muro di cinta del mulino Biondi, che si trovava presso il ponte di ferro a piazza della Radio, e via Marconi dove all'epoca c'erano solo campi, erano allagati. Vicino a piazza della Radio c'era un negozio di tabacchi, ma il negoziante non ha fatto in tempo a salvare nulla: io ho visto francobolli che galleggiavano sull'acqua...
...prima c'erano solo le fattorie dei mezzadri, poi il Conte Tournon che aveva sposato una delle figlie di Bonelli, anzi non il Conte, ma suo figlio, ha costruito la prima casa, dove si è poi installata la prima parrocchia, in via Pescaglia, nel luogo dove prima c'era la vaccheria. Le altre case hanno iniziato a costruirle nel 1948 nella zona dove c'è la farmacia, in via della Magliana...
Sai, Bonelli era un amico dei potenti, la seconda figlia l'ha sposata a un principe del Kenia. Dopo la guerra io ho visto Einaudi, il Preidente della Repubblica, De Gasperi, Frassati, un miliardario che veniva a giocare a bocce da Bonelli. E' da quell'epoca che l'In gegnere ha cominciato a lottizzare e a vendere. Il Conte Tournon, avendo sposato la figlia di Bonelli, ereditò la tenuta, è a lui che si deve la distruzione degli alberi e la lottizzazione."
Intervista a Tullio Chistè, raccolta nel 1978 da un gruppo di Sociologhi dell'Università di Roma per lo studio "I giovani invisibili" che il Centro di Cultura Popolare e Gerardo Lutte pubblicarono tre anni dopo per le "Edizioni Lavoro".
Nessun commento:
Posta un commento