sabato 2 aprile 2016

Intervento del Comitato all'Incontro del 1° aprile al teatro India



LA PRIMA PARTE DEL PARCO FLUVIALE PIAN DUE TORRI COME STRUMENTO PER UN RIASSETTO URBANISTICO DEL QUARTIERE MAGLIANA.



            E’ noto il grande contributo che i cittadini di Magliana hanno dato per la realizzazione del Parco Fluviale Pian Due Torri.

            Sono sicuramente da riconoscere i meriti di alcuni dirigenti dell’ex Municipio XV, e la straordinaria dedizione del tecnico incaricato alla realizzazione dell’opera, ma  senza i cittadini di Magliana, con le loro iniziative, le loro richieste, le loro capacità di pressione a tutti i livelli istituzionali, ora non saremmo qui a far salire l’attenzione per questo Parco da livelli solo locali a quelli più ampi della città.

            A questo punto, quando questo Parco ormai funzionante da più di un anno si sta dotando anche di valenze culturali internazionali, i cittadini sentono la necessità di chiarire alcuni punti in proposito. Questa realizzazione non è fine a se stessa, ma parte integrante di un progetto più grande e più ambizioso: è parte integrante di un riassetto urbanistico dell’intero quartiere.

            E’ difficile valutare l’importanza e la valenza di tale progetto se la proposta per la sua realizzazione non viene inserita nel contesto storico ed urbanistico. Il quartiere Magliana Nuova nasce tra la fine del 1969 e l’inizio del 1970. E’ il frutto di una violenta e spregiudicata speculazione edilizia. Senza voler entrare nello specifico di una vicenda ormai nota, possiamo, comunque affermare che tale opera lasciò un quartiere con le seguenti caratteristiche

-          alla fine del 1975 risultarono essere stati realizzati su 43,5 ettari di territorio 7800 alloggi per oltre 3 milioni di metri cubi di costruzioni; tale volume superava del 30% quanto allora consentito;
-          la superficie totale del quartiere (h .43.5) era destinata per più di due terzi (h. 29,6) ad edificazione, per quasi un terzo (h.13,3) a strade, solo una trascurabile parte (h, 0,6) a servizi:
-          gran parte degli alloggi era totalmente priva di insolazione e di aerazione: circa il 585 degli alloggi non aveva altro sbocco interno che un cortile largo in media 15 metri, il 25 per cento delle stanze si affacciava su chiostrine interne;
-          la popolazione di Magliana assommava, sempre nel 1975, a 31.671 abitanti contro i 20-22mila previsti; il rapporto abitanti/stanza era di 1,3 contro un rapporto medio della città dello 0,96;
-          tutto il quartiere, a causa del mancato reinterro alla quota dell’argine, rimane 6,50 metri sotto il livello di quest’ultimo.

Dal 1975 ad oggi le Amministrazioni Comunali che negli anni si sono succedute sono riuscite in qualche modo a dotare il quartiere dei servizi primari, degli arredi urbani, a sanarne l’aspetto igienico, ma nulla è stato ancora fatto su quegli aspetti riconducibili alle logiche speculative dei “palazzinari romani”:

                        A – Tipologia delle costruzioni
                        B – Densità dei volumi
                        C – Mancanza di spazi per verde e servizi
                        D – Mancato reinterro alla quota dell’argine

                        Il primo aspetto, quello della tipologie, non può naturalmente più essere affrontato e nessuna soluzione è più possibile.

            Anche il secondo aspetto, quello della densità degli immobili, non ha ora più soluzione. Poteva esserci  fino a qualche anno fa. Diradare il quartiere da alcuni edifici di proprietà comunale, dopo aver costruito volumi analoghi su aree espropriabili, ma non centrali al quartiere,  fu la proposta avanzata dai cittadini di Magliana attraverso il loro Comitato di Quartiere nel 1997 all’allora Sindaco Rutelli, ma mai accettata. Ora con l’approvazione della legge 493/93 (art. 11), non esistono più aree libere a Magliana su cui indirizzare proposte similari.

                        Fin dalla nascita del quartiere a tutti i cittadini di Magliana fu chiaro che la ricerca di spazi verdi e di servizi doveva essere indirizzata verso la sola direzione possibile: il Tevere  e la sua golena. Infatti il primo documento del Comitato di Quartiere riguardante un parco nella zona Pian Due Torri è del 1977, ma molti ricordano proposte fatte anche anni prima..

                        Il mancato reinterro alla quota dell’argine è un ulteriore ostacolo ad un territorio già di per sé non idoneo ad edificazione, meno che mai ad una edificazione intensiva. Il quartiere, stretto tra la Ferrovia Roma-Torino ed il Tevere, ha una pessima mobilità verso l’esterno e viceversa. Inoltre l’asse viario di Via della Magliana attira ogni interesse commerciale con un conseguente depauperamento e degrado delle zone interne del quartiere a ridosso dell’argine.

                        Questa era la situazione all’anno 1975.

                        Questa è la situazione di oggi.

                        Malgrado siano passati 46 anni dalla nascita di Magliana e malgrado le pesanti responsabilità degli Amministratori capitolini di allora, accertate e documentate, un vero e proprio strumento urbanistico indirizzato al risanamento degli errori/orrori commessi nel 70 non è mai stato proposto. Si pensava che l’occasione per tutto ciò potesse essere offerta dal Programma di Recupero Urbano (L. 493/93) che, con altri dieci quartieri “popolari”di Roma, riguardava  anche il nostro territorio. Anche questo programma, però, non va alla ricerca delle soluzioni di quelle “cause storiche” di cui sopra si è accennato. Va invece a recensire le aree ancora libere del quartiere, quelle mai acquisite dai governi della città,  per dotare la Magliana di quegli standard di verde e servizi, rimaste in mano a proprietari in attesa di tempi migliori.

                        Su queste aree il  Programma si concentra, prevedendo altri 360.000 metri di costruzioni in cambio di parziali servizi ad un territorio, che da anni doveva esserne in possesso.

                        Il PRU alla Magliana, approvato ormai  da dodici anni, e mai entrato interamente in fase realizzativa, è, secondo il Comitato  di Quartiere, errato o, perlomeno, insufficiente proprio sotto il punto di vista urbanistico. Non va infatti a cambiare nulla nel rapporto territorio/vita degli abitanti, che è l’aspetto principale di tale disciplina. Anzi, tale rapporto viene appesantito.

                        Gli abitanti di questo quartiere sono sempre stati in grado di cavarsela da soli. Stanchi di un Risanamento, che pur errato, non è ancora arrivato, hanno pensato ad un loro Piano di Riassetto per Magliana. Nessuno vuole sostituirsi  ai tecnici capitolini che il PRU hanno redatto. Si vuole soltanto portare all’attenzione ed alla discussione alcune proposte su come si può tentare di risolvere ferite di tanti anni fa, in un confronto tra le istituzioni interessate e quelle organizzazioni  che sul territorio vivono e del loro territorio tutto sanno.

                        Questi gli obbiettivi principali di tale Riassetto, che non altera nessun progetto del PRU, ma ne armonizza gli aspetti più pesanti:

-          creazione di un polo d’interesse alternativo a Via della Magliana;
-          valorizzazione dell’area fluviale;
-          allargamento dei confini del quartiere
-          prospettive di collegamenti attrezzati  con zone limitrofe.

\                      Il progetto, nelle sue parti più significative, sarà presentato in una mostra che verrà esposta  in occasione della Festa del Parco che si svolgerà nel prossimo mese  di Maggio.

           

Ecco perché, anche se questa parte di Parco è terminata, è vissuta e si avvia a diventare risorsa per Roma, i cittadini di Magliana avvertono che il cammino è appena cominciato.  Un parco di 8 ettari, leggermente decentrato dal cuore del quartiere, deve diventare un parco da 30 ettari. Ma un Parco Fluviale di 30 ettari e di notevole valenza ambientale e paesaggistica, avulso dalla vita giornaliera dei suoi cittadini, non serve agli obiettivi prefissati. Un parco, invece, che entri in modo organico nell’uso giornaliero della comunità, fa superare gli attuali limiti di spazio e di verde per Magliana.

            La valorizzazione del Tevere deve diventare risorsa per Magliana. Una risorsa mai sfruttata. Il Tevere dal quartiere non si vede, l’argine è un muro che fa diventare tutte le vie, che verso esso si dirigono, delle strade chiuse.

            Per concludere, questa prima parte del Parco Fluviale Pian Due Torri è un piccolo passo di un progetto complesso e molto ambizioso. Però, non sfugge a nessuno, quanto questo primo passo mette in moto, ovvero: la riqualificazione di un territorio depredato, la crescita di sicurezza in aree infrequentabili, la riappropriazione di zone da utilizzare per nuove organizzazioni sociali, forse una locale ripresa economica…. di certo un risanamento urbanistico.





                                                                                                                                                                 Comitato Quartiere Magliana

                                                                                                            
                                                                                                            

                                                                                                            

Nessun commento:

Posta un commento