LA PRIMA PARTE DEL PARCO FLUVIALE PIAN DUE TORRI COME
STRUMENTO PER UN RIASSETTO URBANISTICO DEL QUARTIERE MAGLIANA.
E’
noto il grande contributo che i cittadini di Magliana hanno dato per la
realizzazione del Parco Fluviale Pian Due Torri.
Sono
sicuramente da riconoscere i meriti di alcuni dirigenti dell’ex Municipio XV, e
la straordinaria dedizione del tecnico incaricato alla realizzazione
dell’opera, ma senza i cittadini di
Magliana, con le loro iniziative, le loro richieste, le loro capacità di pressione
a tutti i livelli istituzionali, ora non saremmo qui a far salire l’attenzione
per questo Parco da livelli solo locali a quelli più ampi della città.
A
questo punto, quando questo Parco ormai funzionante da più di un anno si sta
dotando anche di valenze culturali internazionali, i cittadini sentono la
necessità di chiarire alcuni punti in proposito. Questa realizzazione non è
fine a se stessa, ma parte integrante di un progetto più grande e più
ambizioso: è parte integrante di un riassetto urbanistico dell’intero
quartiere.
E’
difficile valutare l’importanza e la valenza di tale progetto se la proposta per
la sua realizzazione non viene inserita nel contesto storico ed urbanistico. Il
quartiere Magliana Nuova nasce tra la fine del 1969 e l’inizio del 1970. E’ il
frutto di una violenta e spregiudicata speculazione edilizia. Senza voler
entrare nello specifico di una vicenda ormai nota, possiamo, comunque affermare
che tale opera lasciò un quartiere con le seguenti caratteristiche
-
alla fine del 1975 risultarono essere
stati realizzati su 43,5
ettari di territorio 7800 alloggi per oltre 3 milioni di
metri cubi di costruzioni; tale volume superava del 30% quanto allora
consentito;
-
la superficie totale del quartiere (h
.43.5) era destinata per più di due terzi (h. 29,6) ad edificazione, per quasi
un terzo (h.13,3) a strade, solo una trascurabile parte (h, 0,6) a servizi:
-
gran parte degli alloggi era totalmente
priva di insolazione e di aerazione: circa il 585 degli alloggi non aveva altro
sbocco interno che un cortile largo in media 15 metri, il 25 per cento
delle stanze si affacciava su chiostrine interne;
-
la popolazione di Magliana assommava,
sempre nel 1975, a
31.671 abitanti contro i 20-22mila previsti; il rapporto abitanti/stanza era di
1,3 contro un rapporto medio della città dello 0,96;
-
tutto il quartiere, a causa del mancato
reinterro alla quota dell’argine, rimane 6,50 metri sotto il
livello di quest’ultimo.
Dal
1975 ad oggi le Amministrazioni Comunali che negli anni si sono succedute sono
riuscite in qualche modo a dotare il quartiere dei servizi primari, degli
arredi urbani, a sanarne l’aspetto igienico, ma nulla è stato ancora fatto su
quegli aspetti riconducibili alle logiche speculative dei “palazzinari romani”:
A
– Tipologia delle costruzioni
B
– Densità dei volumi
C
– Mancanza di spazi per verde e servizi
D
– Mancato reinterro alla quota dell’argine
Il
primo aspetto, quello della tipologie, non può naturalmente più essere
affrontato e nessuna soluzione è più possibile.
Anche
il secondo aspetto, quello della densità degli immobili, non ha ora più
soluzione. Poteva esserci fino a qualche
anno fa. Diradare il quartiere da alcuni edifici di proprietà comunale, dopo
aver costruito volumi analoghi su aree espropriabili, ma non centrali al
quartiere, fu la proposta avanzata dai
cittadini di Magliana attraverso il loro Comitato di Quartiere nel 1997
all’allora Sindaco Rutelli, ma mai accettata. Ora con l’approvazione della
legge 493/93 (art. 11), non esistono più aree libere a Magliana su cui
indirizzare proposte similari.
Fin
dalla nascita del quartiere a tutti i cittadini di Magliana fu chiaro che la
ricerca di spazi verdi e di servizi doveva essere indirizzata verso la sola
direzione possibile: il Tevere e la sua
golena. Infatti il primo documento del Comitato di Quartiere riguardante un
parco nella zona Pian Due Torri è del 1977, ma molti ricordano proposte fatte
anche anni prima..
Il
mancato reinterro alla quota dell’argine è un ulteriore ostacolo ad un
territorio già di per sé non idoneo ad edificazione, meno che mai ad una
edificazione intensiva. Il quartiere, stretto tra la Ferrovia Roma-Torino
ed il Tevere, ha una pessima mobilità verso l’esterno e viceversa. Inoltre
l’asse viario di Via della Magliana attira ogni interesse commerciale con un
conseguente depauperamento e degrado delle zone interne del quartiere a ridosso
dell’argine.
Questa
era la situazione all’anno 1975.
Questa
è la situazione di oggi.
Malgrado
siano passati 46 anni dalla nascita di Magliana e malgrado le pesanti
responsabilità degli Amministratori capitolini di allora, accertate e
documentate, un vero e proprio strumento urbanistico indirizzato al risanamento
degli errori/orrori commessi nel 70 non è mai stato proposto. Si pensava che
l’occasione per tutto ciò potesse essere offerta dal Programma di Recupero
Urbano (L. 493/93) che, con altri dieci quartieri “popolari”di Roma,
riguardava anche il nostro territorio.
Anche questo programma, però, non va alla ricerca delle soluzioni di quelle
“cause storiche” di cui sopra si è accennato. Va invece a recensire le aree
ancora libere del quartiere, quelle mai acquisite dai governi della città, per dotare la Magliana di quegli
standard di verde e servizi, rimaste in mano a proprietari in attesa di tempi
migliori.
Su
queste aree il Programma si concentra,
prevedendo altri 360.000
metri di costruzioni in cambio di parziali servizi ad un
territorio, che da anni doveva esserne in possesso.
Il
PRU alla Magliana, approvato ormai da
dodici anni, e mai entrato interamente in fase realizzativa, è, secondo il
Comitato di Quartiere, errato o,
perlomeno, insufficiente proprio sotto il punto di vista urbanistico. Non va
infatti a cambiare nulla nel rapporto territorio/vita degli abitanti, che è
l’aspetto principale di tale disciplina. Anzi, tale rapporto viene appesantito.
Gli
abitanti di questo quartiere sono sempre stati in grado di cavarsela da soli.
Stanchi di un Risanamento, che pur errato, non è ancora arrivato, hanno pensato
ad un loro Piano di Riassetto per Magliana. Nessuno vuole sostituirsi ai tecnici capitolini che il PRU hanno
redatto. Si vuole soltanto portare all’attenzione ed alla discussione alcune
proposte su come si può tentare di risolvere ferite di tanti anni fa, in un
confronto tra le istituzioni interessate e quelle organizzazioni che sul territorio vivono e del loro
territorio tutto sanno.
Questi
gli obbiettivi principali di tale Riassetto, che non altera nessun progetto del
PRU, ma ne armonizza gli aspetti più pesanti:
-
creazione di un polo d’interesse
alternativo a Via della Magliana;
-
valorizzazione dell’area fluviale;
-
allargamento dei confini del quartiere
-
prospettive di collegamenti
attrezzati con zone limitrofe.
\ Il
progetto, nelle sue parti più significative, sarà presentato in una mostra che
verrà esposta in occasione della Festa
del Parco che si svolgerà nel prossimo mese
di Maggio.
Ecco perché, anche se questa parte di
Parco è terminata, è vissuta e si avvia a diventare risorsa per Roma, i
cittadini di Magliana avvertono che il cammino è appena cominciato. Un parco di 8 ettari, leggermente
decentrato dal cuore del quartiere, deve diventare un parco da 30 ettari. Ma un Parco
Fluviale di 30 ettari
e di notevole valenza ambientale e paesaggistica, avulso dalla vita giornaliera
dei suoi cittadini, non serve agli obiettivi prefissati. Un parco, invece, che
entri in modo organico nell’uso giornaliero della comunità, fa superare gli
attuali limiti di spazio e di verde per Magliana.
La
valorizzazione del Tevere deve diventare risorsa per Magliana. Una risorsa mai
sfruttata. Il Tevere dal quartiere non si vede, l’argine è un muro che fa
diventare tutte le vie, che verso esso si dirigono, delle strade chiuse.
Per
concludere, questa prima parte del Parco Fluviale Pian Due Torri è un piccolo
passo di un progetto complesso e molto ambizioso. Però, non sfugge a nessuno,
quanto questo primo passo mette in moto, ovvero: la riqualificazione di un
territorio depredato, la crescita di sicurezza in aree infrequentabili, la
riappropriazione di zone da utilizzare per nuove organizzazioni sociali, forse
una locale ripresa economica…. di certo un risanamento urbanistico.
Comitato
Quartiere Magliana
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